La prima volta non si scorda mai

E questo è proprio il caso di dirlo, non dimenticheremo mai la prima volta che abbiamo navigato con Aqualung. Vuoi perché dopo tanti mesi di complicazioni e ritardi, tra Covid, zone rosse, cantieri e lavori, ancora non avevamo visto in azione la nostra nuova compagna di avventure. Vuoi perché si trattava pur sempre di prendere confidenza con un mezzo di 14mt e più di 10 tonnellate che si muove con e dentro elementi della natura non sempre favorevoli o facilmente interpretabili.
Ma la vera ragione per cui non dimenticheremo mai quel giorno è perché è stato la prova che era reale, che quello che per anni avevamo sognato e preparato, per cui avevamo sofferto o gioito, era finalmente tangibile, sotto forma di cime, di vetroresina, di teak e di dacron. È in questo momento, quando abbiamo buttato in banchina le cime e mollato i corpi morti a prua e iniziato a scivolare lentamente sull’acqua, che il tempo ha riacquistato il valore che gli spetta di diritto.
I suoi confini non erano più più tracciati dai numeri di un cellulare, ma dalla luce del sole e della luna. Il tempo, prima impegnato a districarsi nel traffico cittadino, veniva ora utilizzato per uscire dal porto di Formia, per seguire la rotta per l’isola di Ventotene, per ascoltare il vento e regolare di conseguenza le vele. Guardavamo l’orizzonte e man mano che Aqualung macinava le prime miglia ci sentivamo liberi e padroni del nostro tempo come non accadeva da tanto.